Il più grave incidente ferroviario di Venezia. Anno 1920

Treno Mestre

Il Ponte della Ferrovia

Nei primi anni del Novecento tra Venezia e Mestre esisteva solo il ponte ferroviario costruito dagli austriaci, bisognerà aspettare il 1933 prima di vedere il Ponte Littorio, oggi conosciuto come Ponte della Libertà.

Nella notte del 9 ottobre 1920 il diretto 184 per Milano in partenza da Venezia ebbe alcuni problemi alla locomotiva. Dopo aver accumulato un ora di ritardo riuscì a partire quindici minuti prima della mezzanotte, ma arrivato sul ponte perse velocità al secondo blocco per fermarsi in quello successivo. Il personale scese per cercare di capire cosa fosse successo. Nel mentre dalla stazione venne segnalata la via libera e il responsabile pensò che il treno avesse proseguito la sua corsa.

Alle 23:55 il direttissimo 619 Trieste-Roma, lasciò la stazione di Venezia in perfetto orario. Sorpassò con velocità divenuta regolamentare il primo tratto che la separava da Mestre. Solo quando fu in prossimità del terzo posto, scorse i fanali rossi della vettura di coda del 184.

Il macchinista azionò tutti i freni e il controvapore, quando si rese conto che non poteva fare altro si gettò fuori assieme al fuochista. Dal treno fermo alcuni videro arrivare il direttissimo, urlarono di mettersi in salvo, fu troppo tardi. L’urto fu terribile. Quattro vetture in coda al diretto furono stritolate, due si accartocciarono. I fili elettrici si ruppero. Fu una carneficina. Giulia Rizzioli di Venezia ebbe le gambe troncate, il marito e quattro dei suoi figli morirono sul colpo. Un viaggiatore che al momento dello scontro era al finestrino rimase quasi decapitato. Nell’ultima vettura del vagone letto morirono altre dodici persone, di cui una bambina. Mezz’ora dopo arrivarono i soccorsi. A causa della rottura dei fili nessuno conosceva la situazione. Alla luce di torce a vento soldati e pompieri cercarono di liberare i sopravvissuti. Una vettura postale fu adibita ad ambulanza, mentre i feriti erano inviati verso l’ospedale di Venezia e di Mestre, alcuni in condizioni disperate. Verso le 7,50 del mattino era tutto finito, un ora dopo il traffico ferroviario ricominciò.

La notte del 9 ottobre 1920 si consumò uno degli incidenti ferroviari più gravi in Italia. Il bilancio finale fu di 25 morti, sia della terza classe che della prima. Per la loro memoria ne elenchiamo alcuni: Giuseppe Penso da Venezia, Giulia Rizzioli da Venezia, Pierre Alin, pittore svizzero, Filippo Milleto di Milano, Giuseppe Sapienti da Venezia, Tarquinio Bondesan da Torino, Guerino Pianezza da Belluno, Ortensio Bondesan da Belluno, Libero Sarto da Loreo, Pierino Rizzieri da Torino, Maria Rizziori da Venezia, Giovanni Stopani Bonifazi, direttore dell’Istituto Pestalozzi di Intra e pastore metodista di Wesleyana.

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